CORSO

Sintomi depressivi e decadimento cognitivo: ruolo del MMG in collaborazione con il Neurologo

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03 novembre 2021

La manifestazione clinica dei disturbi depressivi nel paziente neurologico può essere molto variegata: apatia, disinteresse, ritiro sociale, insonnia, sintomi somatici a volte molto invalidanti e misconosciuti. Alcune frequenti patologie neurologiche presentano aspetti depressivi che solo parzialmente possono essere considerate “come reattive” alla patologia di per sé cronica ed invalidante. Infatti, la stessa patologia neurologica (vascolare, degenerativa) è causa di danno neuronale e neurotrasmettitoriale tale da determinare la comparsa di disturbi dell’affettività e del comportamento.
La frequenza con cui le patologie neurologiche si associano ai disturbi psichiatrici è così elevata da rendere improbabile un legame di tipo casuale. Per spiegare questa associazione sono state avanzate diverse teorie che chiamano in causa una possibile comune disfunzione neurotrasmettitoriale, serotoninergica, noradrenergica, glutammatergica e dopaminergica.
I farmaci antidepressivi più recentemente introdotti nella pratica clinica presentano un meccanismo di azione di tipo multimodale in grado di modulare la trasmissione dei neurotrasmettitori agendo su più targets recettoriali. Questo consente di trattare il paziente depresso/ansioso migliorando anche altri aspetti (come il dolore o la cognitività) clinicamente rilevanti soprattutto quando la depressione o l’ansia si presentano nell’ambito di una più complessa patologia neurologica.
Scopo di questo evento è quello di focalizzare questi aspetti in alcune frequenti patologie neurologiche tenendo conto che non riconoscere, non trattare in modo adeguato i disturbi depressivi ha ricadute negative in termini di qualità di vita del paziente e del caregiver oltre che di outcome riabilitativi a breve e lungo termine.