Negli ultimi anni il panorama nella cura del paziente con diabete mellito tipo 2 (DM2) è stato rivoluzionato, grazie alle evidenze dimostrate dai nuovi farmaci, che vanno ben oltre l'importante effetto sul controllo glicemico. I grandi trials di outcomes cardiovascolare (CVOTs), richiesti dagli enti regolatori per confermare la sicurezza cardiovascolare dei nuovi farmaci antidiabetici, non solo hanno risposto in maniera coerente ai loro endopoint primari, ma, in diversi casi, hanno enfatizzato e focalizzato la discussione scientifica sul beneficio cv correlato al loro utilizzo. I risultati di questi grossi trials hanno impattato le raccomandazioni di tutte le principali linee guida di riferimento nazionale e internazionale, non solo in ambito diabetologico, ma anche cardiologico e nefrologico (ADA-EASD, SID-AMD, ESC, KDIGO), esaltando sempre più l'importanza e la necessità di un approccio multifattoriale e multidisciplinare, che colloca il paziente e la sua storia clinica al centro, richiedendo sempre più stretta collaborazione tra i diversi specialisti. Si sta assistendo a un vero e proprio cambio di paradigma del trattamento del DM2, passando da un approccio treat to target ad uno treat to benefit: lo snodo decisionale per iniziare le terapie innovative non è piu il diabete, inteso come valore di emoglobina glicata, bensì la possibilità di prevenire l'aterosclerosi, il danno vascolare e multiorgano, che il pz con DM2 tenderà a sviluppare nel tempo, grazie a farmaci nuovi, come i GLP1RA che attraverso meccanismi pleiotropici, si pongono come farmaci potenzialmente in grado di modificare la storia naturale della malattia. Diventa dunque cruciale anche la tempestività con cui raggiungere un controllo glicemico ottimale, grazie alla possibilità di terapie di combinazioni precoci. Tuttavia, nonostante le forti evidenze, i dati diabetologici italiani recentemente pubblicati (Monografie AMD 2020), descrivono ancora importanti ritardi nell'intensificazione della terapia per il DM2 e un sotto-utilizzo dei nuovi farmaci, come i GLP1RA (8%), con conseguenti possibilità terapeutiche perse e prognosi sfavorevole, sia dal punto di vista glicemico, che cardiovascolare e non ultimo con forti ricadute economiche. La comunità cardiologica non ha al momento l'autorizzazione da parte di AIFA alla prescrizione dei farmaci innovativi per trattamento del DM2, che hanno dimostrato benefici cardiovascolari, nonostante i pazienti con DM2 a più alto rischio cardiovascolare siano gestiti sia dai diabetologi che dai cardiologi. Emerge il desiderio da parte della comunità cardiologica di approfondire le conoscenze inerenti le caratteristiche ed i benefici multifattoriali della classe dei GLP1RA. Un network strutturato tra diabetologi e cardiologi diventa oggi un'esigenza volta a ottimizzare la gestione del paziente diabetico a rischio cardiovascolare, attraverso l'immediata presa in carico di quest'ultimo dal diabetologo e l'appropriato utilizzo degli analoghi del GLP1RA.
Dettagli ECM
Codice: 333860 | Categoria: RES | Crediti: 3 |
La Spezia
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MEDICO CHIRURGO (Medico di medicina Generale, Cardiologia, Endocrinologia, Malattie Metaboliche e Diabetologia, Medicina Interna)
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